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La modalità che possa portare a un coinvolgimento delle parti interessate dall’inizio secondo me ha un payback molto forte dopo, perché comunque è imporre una soluzione quando poi, anche in questa carenza di competenze che abbiamo oggi sul mercato del lavoro, rischiare di perdersi delle persone chiave perché non condividono più un certo modo di lavorare… Perdere non significa solo che se ne vanno, ma anche che arretrano nel commitment aziendale, intendo anche questo, può essere molto pericoloso. Quindi sono molto d’accordo che la scelta e anche la governance devono essere molto dirigistiche, sulle modalità io penso che il ruolo dei Key Player, il ruolo degli Ambassador, cioè prima li si coinvolge, a mio avviso, e meglio anche tutto il piano di Change Management viene supportato.

Addirittura adesso c’è questo passaggio dal ruolo dell’Ambassador all’Evangelist. L’Ambassador è uno che trasmette tendenzialmente una decisione di altri, l’Evangelist è un ruolo di qualcuno che l’ha fatto ed è così convinto che va in giro per l’azienda a dire: “Ho capito what’s in for us”, cioè qual è il valore di questo progetto e incomincia a trasmetterlo nell’organizzazione. Le soluzioni digitali adesso devono avere delle execution molto veloci, quindi io penso che la parte people, la parte persone, debba avere un coinvolgimento nel metodo molto forte. Capisco e condivido che la decisione invece deve essere una decisione sicuramente assertiva e molto definita.