Noi ci occupiamo di produzione e anche affiancamento del cliente nella parte di industrializzazione di cosiddetti API, cioè prodotti farmaceutici, di principi attivi e di intermedi. Quindi, in questa catena di produzione, anche noi a piene mani abbiamo attinto a fornitori a basso costo in India, in Cina e abbiamo creato questo modello sempre più teso della supply chain che abbiamo pagato poi nell’ultimo periodo per una serie di motivi, anche se devo dire che dei segnali erano già presenti sul mercato prima della pandemia, prima della guerra Russia-Ucraina. C’erano dei segnali in cui si capiva che c’era una debolezza, almeno nel mondo farmaceutico, e ci arriviamo subito, che poteva essere critico in tutta la catena del valore di cui stiamo parlando, perché è un mondo differente.
Noi siamo regolamentati dalle agenzie regolatorie Aifa, FDA e quant’altri, ma “”quant’altri”” sono tanti altri, perché i russi hanno le loro caratteristiche, il Giappone ne ha altre, il Brasile ne ha altre, e così via. In ogni caso, senza entrare nei particolari delle differenze fra le diverse esigenze di questi enti regolatori, quello che ci ingessa, utilizzo il termine che abbiamo utilizzato nella chiacchierata preparatoria, sono i tempi per passare da un fornitore a un altro. Vi ho sentito dire qui, adesso: “”Quando abbiamo avuto un problema, abbiamo provato a diversificare””, per noi ‘diversificare’ significa mesi, se non anni. Anni. Perché il fornitore, soprattutto delle cosiddette key starting materials, è registrato, è nel dossier di registrazione. Vedo che annuisce Clariant perché sa esattamente di che cosa stiamo parlando. Cosa significa questo? Che nel momento in cui individuo un fornitore che può essere anche in alternativa, e già lì entriamo in un altro vespaio, dipende e non sempre è consentito, per poterlo registrare bisogna fare una trafila lunghissima.
In parole povere, bisogna prendere la fornitura, fabbricare tre lotti di prodotto, dimostrare che questi lotti prodotto sono uguali al precedente, subire una serie di interrogazioni da parte dell’ente regolatorio e attenzione, come capita spesso, se il prodotto che fabbrichiamo va in 20 Paesi, riceviamo 20 lettere cosiddette di efficiency differenti fra di loro. Cominciamo a rispondere, a ragionare. Nel frattempo abbiamo comprato, prodotto e tenuto in magazzino. Questo è un sistema, ovviamente, che ci dà una rigidità pazzesca. Ma lo stesso vale per i nostri clienti, perché se io comunico al mio cliente: “”Guarda, ho deciso di prendere un altro fornitore, quindi dovremmo fare questa convalida e passare del tempo prima che ti posso dare il prodotto nuovo a un prezzo diverso passano 12 mesi””, lui deve essere d’accordo nel far questo, perché anche lui se utilizza il mio prodotto deve fare la stessa trafila con tempi e costi. Quando prima parlavamo di total cost of ownership dobbiamo aggiungere questo nel mondo farmaceutico. Non è più solamente il prezzo e il trasporto, ma il costo associato a un cambio di prodotto, a un cambio di fornitore, a un cambio di un componente. Ed è estremamente, chiaramente, difficile muoversi in questo contesto.