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Interim management, manager a tempo indeterminato e consulenza.

Cosa è meglio?

Che cosa hanno in comune una grande azienda multinazionale che ha in programma di fare 10 acquisizioni nei prossimi 12 mesi, una media azienda italiana che produce a commessa e che deve rinnovare profondamente la propria gamma di prodotti e soluzioni, e un’azienda familiare che deve gestire un delicato processo di managerializzazione e contemporaneamente di passaggio generazionale all’interno della famiglia azionista?

 Guido Tarizzo,
Fondatore e
Partner di EIM

Tre cose: hanno tutte bisogno di rapidità, esperienza e flessibilità. Nella Storia a volte si producono eventi che hanno il potere di sottolineare con forza e rendere evidenti tendenze che – per quanto note a osservatori avveduti e intelligenti – sono difficili da percepire da parte del grande pubblico. Questi sono degli acceleratori: quelle cose che si sospettava prima o poi sarebbero accadute, quelle necessità così spesso rinviate, quei progetti affrontati con il ritmo e l’energia dei periodi ‘normali’, diventano improvvisamente reali e urgenti e creano effetti dirompenti che rendono necessario agire in tempi e modi diversi rispetto al passato.

È stato così per la crisi finanziaria globale iniziata nel 2007, è così oggi con gli effetti della pandemia di covid-19. Ma se guardiamo oltre questi fenomeni acceleratori e analizziamo i trend che li sottendono, ci rendiamo conto che da almeno 15 anni il mondo nel quale chi gestisce un’azienda si trova a operare è profondamente cambiato e che questi cambiamenti sono destinati a permanere: non si tornerà indietro e sarà necessario poter ‘cambiare rotta’ rapidamente e senza vincoli eccessivi.

Chi gestisce un’azienda deve pertanto saper scegliere la soluzione più idonea ad accelerare il cambiamento e dotarsi delle risorse manageriali più adatte a pianificare e mettere in atto questo processo. L’esperienza dimostra che le soluzioni a cui si fa ricorso tradizionalmente quando si affrontano momenti di cambiamento – farsi supportare da consulenti esterni e affidarsi a manager ‘di carriera’, già presenti in azienda o reclutati dall’esterno – nel contesto attuale possono rivelarsi, se prese singolarmente, del tutto inadeguate.

Interim Manager e la velocità di intervento

Una società di consulenza, per quanto prestigiosa e affidabile, non avrà mai le capacità di execution necessarie a “far succedere le cose” e non si assumerà mai – giustamente – la responsabilità operativa di gestire il cambiamento. Potrà essere un eccellente partner nella definizione della strategia e nel supportare con competenze dedicate e massa critica la realizzazione dei singoli progetti, ma non sarà mai l’attore del cambiamento. In merito alla scelta di utilizzare il management presente in azienda per portare avanti processi di cambiamento, ci si deve porre alcune domande:

  • perché persone che hanno “sempre fatto così” dovrebbero improvvisamente cambiare idee e comportamenti?
  • Hanno le competenze e l’esperienza giuste per guidare il cambiamento?
  • Quanto il loro passato e la loro storia aziendale possono influire sulla loro credibilità?
  • Le stiamo forse esponendo a un rischio eccessivo?
  • Avranno la forza di accelerare anche a scapito delle relazioni e delle alleanze che hanno coltivato negli anni? Avranno il coraggio necessario?

I momenti di cambiamento accelerato sono ottime occasioni per far emergere talenti nascosti e per generare un senso di urgenza e di mobilitazione in tutta l’organizzazione. Tuttavia la necessità, anche e soprattutto, è di avere un catalizzatore e una guida, e in questa prospettiva l’Interim Management è la scelta più appropriata. La nostra esperienza e il nostro modo di lavorare fanno sì che l’Interim Manager sia individuato e reso disponibile a iniziare la missione in pochi giorni, che il processo di onboarding che lo riguarda sia il più rapido possibile e che venga dedicata la massima attenzione alla costruzione del consenso intorno alla sua figura e al progetto che dovrà portare avanti.

Questo rende il tempo di messa a disposizione della risorsa incomparabilmente più veloce – pochi giorni rispetto a settimane o mesi – se confrontato con i processi standard di ricerca e selezione di un manager permanente. Inoltre, c’è una differenza essenziale nel processo di onboarding di un Interim Manager rispetto a quello di un manager permanent: laddove il primo avrà tutto l’interesse a dichiarare fin da subito esplicitamente gli obiettivi della missione per la quale è stato scelto in modo da mobilitare le risorse e creare il consenso, nel secondo caso un manager di carriera dovrà innanzitutto proteggere il proprio ruolo e – perché non dirlo – anche la sua permanenza futura in azienda, si prenderà i classici “sei mesi per familiarizzare e capire”, avrà meno indipendenza e quindi non imprimerà fin da subito quell’accelerazione che, in presenza dello scenario delineato in precedenza, è sempre più un valore in sé e molto spesso fa la differenza.

L’esperienza di un Interim Manager per ridurre i rischi e gestire il cambiamento

Un altro fattore fondamentale è l’esperienza: per crescere, le aziende devono necessariamente percorrere strade nuove, sperimentare, inventare nuovi approcci e avventurarsi – non solo metaforicamente – in mercati e contesti mai percorsi prima. Il problema è che oggi sbagliare costa molto di più che non in passato, in termini di investimenti, ma anche di tempo perso, di frustrazione, di cattivo esempio, di occasioni mancate che verranno sfruttate da qualcun altro. Pertanto, l’esperienza – l’averlo già fatto con successo – che un Interim Manager porta in azienda serve non solo ad accelerare, ma anche a ridurre i rischi e a governare la complessità e la variabilità con una risorsa sovradimensionata e dedicata.

La flessibilità: una prerogativa dell’Interim Manager

Infine, la flessibilità. Quando si intraprende un processo di cambiamento accelerato si sa dove si vuole arrivare e cosa si vuol far succedere, ma il come arrivarci e in quanto tempo si possono solo stimare; inoltre, nel corso del processo gli scenari cambieranno, gli obiettivi si chiariranno e/o verranno ridefiniti, si imparerà strada facendo e si correggerà la rotta, anche più volte. Per gestire tutto questo servono persone flessibili e libere da condizionamenti innanzitutto nell’approccio e nell’attitudine mentale, oltre che dal punto di vista delle regole di ingaggio.

I valori da ricercare nei Manager alla guida delle aziende italiane 

Velocità, esperienza e flessibilità sono le caratteristiche fondamentali delle soluzioni che forniamo ai nostri clienti da più di 30 anni nel mondo e in Italia. Da sempre abbiamo strutturato i nostri processi interni di Talent Management in modo da individuare e fornire alle aziende risorse manageriali che riflettano queste caratteristiche. Oggi più che mai, per sopravvivere e crescere in business sempre più fluidi e imprevedibili, velocità, esperienza e flessibilità sono i valori da ricercare nei manager ai quali affidare la guida delle aziende italiane.

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