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Innovazione aziendale: una parola abusata, un’evidenza misurabile

Come puoi capire se la tua azienda è davvero innovativa?

La maggior parte delle aziende leader sa che esiste una sola strada per crescere in modo aggressivo e si rende conto che nel lungo termine, se vuole avere qualche possibilità di crescere più velocemente della media del settore o dell’economia in generale, non ha alternative se non quella di innovare i propri prodotti, i modelli di business e il sistema di gestione.

Oggi la parola “innovazione” è decisamente abusata. La si accosta con facilità a slogan di marketing e a termini di vario tipo, come “digitale”, “internet”, “IoT”, “data analytics”, “manufacturing 4.0”, è sulla bocca di tutti ed è presente nell’agenda di ogni imprenditore, ma esiste ancora un grande divario tra teoria e pratica.

Perché tante imprese, nei fatti, non hanno avviato ancora un vero processo di innovazione? Perché spesso si accontentano dei prodotti e dei servizi che già propongono al mercato e, temendo di rischiare, non investono in ricerca e nuove idee. O perché non dispongono di persone interne abbastanza qualificate o non hanno ancora sviluppato modelli di innovazione chiari che la supportino.

Nessun leader di impresa alla domanda se la sua azienda sia o meno innovativa risponderà di no, ma l’innovazione non è un fatto di opinioni o punti di vista.

Ci sono diversi indicatori che misurano in maniera più o meno oggettiva quanto un’azienda sia davvero innovativa, una serie di evidenze misurabili sia in termini di investimento sia in termini di capitale umano messo a disposizione.

Prima regola: non aver paura di investire

L’innovazione è un rischio, ma nell’esperienza di EIM non è stato raro osservare come a gettare un salvagente ad aziende in situazioni di difficoltà di mercato sia stata proprio la decisione di aver aumentato la spesa in ricerca e innovazione invece di ridurla.

Un azzardo, forse, ma anche un investimento intelligente e lungimirante, il più delle volte. La prima regola è allocare come quota di investimento per la ricerca di base e all’innovazione trasformazionale, tra il 10 e il 15% del budget R&D.

Molte aziende fanno rientrare nei costi di R&D l’ingegneria di processo e l’industrializzazione, ma queste voci di costo sono legate più al miglioramento continuo che all’innovazione. Anche i moderni colossi digitali tecnologici, come Google, Amazon e Apple, sanno che per essere davanti a tutti occorre continuamente investire in nuove idee e soluzioni per i consumatori.

Per essere innovativi bisogna rischiare di tasca propria

La vera innovazione richiede capitale di rischio proprio dell’imprenditore. È difficile poterla finanziare con strumenti classici di debito pubblico o privato proprio per le intrinseche caratteristiche che ne fanno un’attività i cui ritorni non sono mai certi.

L’innovazione costa ed è difficile finanziarla: un problema che si può superare solo reinvestendo parte degli utili dell’impresa o direttamente dell’imprenditore di tasca propria sulle nuove idee, sulle tecnologie e sui processi di innovazione interni ed esterni.

L’innovazione dunque si finanzia soprattutto con capitale di rischio, non di terzi.

Reinventare il modello di business, contaminarsi, aprire all’esterno

I migliori innovatori sono quelli che reinventano per primi il proprio modello di business e per farlo occorre spesso una forza esterna all’azienda stessa.

Per fare innovazione nelle aziende è utile aprirsi a contaminazioni esterne, ampliare il numero e la tipologia dei contributori all’innovazione, siano essi clienti e fornitori provenienti dalla filiera estesa o soggetti terzi in grado di sviluppare nuove idee come le start-up, gli advisor specialisti, gli innovation manager, le università, gli incubatori o gli hub di innovazione mondiali.

Coinvolgere risorse esterne all’innovazione può fornire segnali anticipatori di grandi cambiamenti che spingono le aziende che hanno cambiato modello di business a innovare in tempo per non venire travolti. Perciò è bene che ogni organizzazione verifichi e intensifichi la quantità e la qualità dei punti di contatto e delle relazioni con l’ambiente esterno in cui opera.

Favorire la diversità: di genere, di competenza, di provenienza

L’impresa innovativa deve disporre di competenze e figure professionali adatte e qualificate, collaboratori con culture e discipline diverse, oltre che con una competenza tecnologica sempre aggiornata, che possano vantare percorsi professionali internazionali e che compongano tra loro un mix anagrafico differenziato.

La diversità di genere, di competenza, di provenienza è sempre un presupposto per il rinnovamento ed è terreno fertile per produrre opinioni, idee, confronti, “caos creativo” da cui possono nascere le innovazioni.

Diversamente, un’impresa con una funzione R&D costituita da ottimi tecnici “anziani”, poco aperta a stimoli nuovi ed esterni e costantemente autoreferenziale potrà anche eccellere nella gestione del miglioramento continuo, ma probabilmente sarà incapace di fare davvero innovazione.

Un fattore obiettivo per innovare in azienda: il numero di brevetti

Un altro indicatore, facilmente misurabile, della capacità di innovazione di un’azienda è il numero di brevetti e di invenzioni “proprietarie”, oppure la quantità di profitti e ricavi generati da nuovi prodotti e servizi sviluppati negli ultimi anni. Un’azienda con un forte DNA di innovazione deve avere sempre un portafoglio di progetti attivo.

L’esperienza di EIM per favorire l’innovazione in azienda

L’innovazione è per il 10% creazione e per il 90% esecuzione. Senza elementi necessari come focus, disciplina, organizzazione, esecuzione e risorse umane ed economiche, nulla accade.

Grazie alla sua esperienza ultratrentennale, all’utilizzo delle metodologie proprietarie e alle best practices costruite nel tempo, EIM è in grado di aiutare le aziende a gestire le idee innovative e a metterle a terra, attivando su di loro un processo “industriale” per costruire un’offerta da lanciare sul mercato che cominci a generare utili e venga adottata dai primi clienti o per produrre un salto di performance nei processi interni che si affermi poi velocemente.

Per conoscerne tutti i dettagli e scoprire di più sull’approccio che EIM adotta nel fare innovazione