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Il controllo di gestione:
una carenza che accomuna

Big Companies e PMI

Le aziende grandi e solide sono sempre

meglio strutturate di quelle piccole?

Difficilmente le aziende lo ammettono, ma sono ben poche le realtà che possono vantare sistemi di controllo di gestione veramente funzionali al perseguimento dei fini aziendali e quasi nessuna dispone di processi integrati e orientati all’ottimizzazione della cassa e della capacità di prevederne l’evoluzione al di là del breve periodo.

Sono tantissime, al contrario, le aziende che non misurano adeguatamente gli indicatori di performance fondamentali per una corretta gestione e certamente non solo le PMI. Non è affatto vero, infatti, che le aziende grandi, anche quelle quotate, che vanno bene e sono solide finanziariamente, siano sempre meglio strutturate, organizzate e “strumentate” rispetto alle aziende piccole, a conduzione familiare e che magari non vanno benissimo.

Un’eccezione virtuosa: la contabilità. Ma se si perde il controllo?

Nella grande maggioranza le aziende hanno una contabilità che funziona, adeguatamente strutturata e appoggiata su sistemi informativi in grado di produrre bilanci nei tempi e con la qualità richiesta dalle diverse autorità competenti.

I rari casi di contabilità fuori controllo sono ascrivibili a mala gestio dolosa o, più frequentemente, al passaggio improvviso a nuovi sistemi informativi non supportati dalle necessarie discipline organizzative.

Quando si perde il controllo è necessario l’intervento di un manager esperto, con competenze diagnostiche e buona preparazione specifica e un giusto mix di risorse per riportare il processo nel suo alveo naturale.

Fasi del controllo di gestione: pianifica, fai, controlla, agisci, ripianifica 

Il metodo di base per attivare un efficace sistema di controllo di gestione aziendale è il ciclo “Plan-Do-Check-Act”, ovvero “pianifica, fai, controlla, agisci, ripianifica” e così via. Ognuno in azienda deve imparare a “pianificare” e a descrivere in termini qualitativi e quantitativi scenari futuri.

I più sofisticati produrranno scenari ottimistici, realistici o pessimistici in base ai quali valutare le diverse azioni da realizzare. Il “Do” del PDCA significa identificare le azioni da realizzare. Azioni correttive, di sviluppo, di efficientamento. Il cuore dell’azione del manager moderno è il “fare” o il “far fare”.

Ma il fare senza controllo può essere deleterio. Da qui il “Check”, ovvero il controllo.

Le tre dimensioni della vita aziendale: gestionale, informativa e organizzativa

Quasi tutte le aziende sono ricche di dati. Le informazioni, invece, spesso sono poche e gli strumenti rarissimi.

Per mettere ordine nella foresta di dati ed evitare di produrne una grande quantità fine a sé stessa, le aziende devono strutturarsi per garantire la coerenza tra tre diverse dimensioni della vita aziendale: quella gestionale, quella informativa e quella organizzativa.

 

  • Per la dimensione gestionale serve un manager o un management team che abbia sviluppato un piano di azione e che abbia quindi bisogno di strumenti per misurarne l’effettiva realizzazione, l’efficacia e i risultati rispetto alle attese. Il controllo di gestione in azienda è utile solo se a monte c’è un management che sa quali informazioni gli servono per poter gestire.

  • Per la dimensione informativa servono processi e sistemi che producano in maniera tempestiva, efficiente e ripetibile, secondo metodologie note e condivise, informazioni basate su dati affidabili.

  • Per la dimensione organizzativa serve un insieme di persone, con la responsabilità, le competenze, la capacità professionale e il tempo a disposizione per realizzare le azioni del piano e implementare quelle correttive evidenziate dall’attività di controllo. Più il contesto diventa competitivo e fluido, più è necessario misurare i fenomeni. Ma misurare non basta. Bisogna saper gestire poter agire attraverso un’organizzazione adeguatamente strutturata.

Controllo e gestione della cassa: King o Cinderella?

Tra le priorità della gestione aziendale in teoria si dice che “Cash is King”, ma nella generalità dei casi la cassa è “Cinderella”, la cenerentola tra le tante voci.

Molti AD non sono abituati a identificare, promuovere e realizzare l’insieme di azioni necessarie per migliorare gestione e controllo della cassa perché ritengono che la generazione di cassa sia conseguenza del fare bene le cose che contano e non un obiettivo in sé.

Quindi non la misurano, commettendo un grosso errore. Dotarsi degli strumenti, dei processi, dell’organizzazione e della cultura per un’analisi di gestione della cassa può portare dei benefici diversi in funzione delle circostanze: ridurre l’indebitamento, ove questa sia la priorità, aumentare il fatturato a parità di rischio o liberare risorse per finanziare investimenti e crescita.

Uno sguardo al futuro: Cash Planning e investimenti

Quando la gestione della cassa esce dal regno della contabilità, per entrare in quello della pianificazione, emergono le lacune di molte aziende.

Per crescere è importante invece che le aziende siano in grado di prevedere con un’adeguata affidabilità la composizione (mix e volumi) del proprio fatturato futuro e si dotino di strumenti parametrici per valutare l’impatto sulla disponibilità di cassa del verificarsi o meno di determinati eventi futuri.

Raramente, inoltre, si attiva un processo di pianificazione finanziaria. Per attuare il cambiamento servono persone a cui deve essere data l’opportunità di focalizzarsi a tempo pieno sulla soluzione strutturale del problema, capaci di leggere il business in maniera trasversale alle funzioni, in grado di costruire processi, strumenti e nuovi nodi organizzativi, trasferendo, con il proprio esempio, conoscenze e competenze e quindi cultura manageriale applicata in maniera che il cambiamento sia da un lato rapido e dall’altro strutturale e duraturo.

I professionisti di EIM conoscono queste dinamiche, sanno accompagnare in un percorso virtuoso le aziende, sanno fare squadra. EIM è in grado di supportare i propri clienti traendo il meglio dalle passate esperienze dei manager assieme all’utilizzo delle metodologie proprietarie e alle best practices costruite in oltre trent’anni di progetti di successo.

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