Penso che in Italia, in genere, l’industria abbia molto più un’attitudine a fare innovazione interna e non stia immaginando modelli che, invece, sono abbastanza diffusi in altre nazioni, in altre realtà, che collegano, per esempio, anche quello che diceva adesso Nicolò. Quindi, quando si parla di innovazione, l’azienda, invece che investire il 10-15 per cento in attività di R&D… In questo parlo di FIAMM. FIAMM diceva: io faccio innovazione, perché il 10 per cento lo investo in innovazione. Vado a contare quelle persone che fanno R&D, vado a pensare quelli che fanno ottimizzazione dei processi, industrializzazione, tutte quante R&D, ed ho il 10-15 per cento. Quindi, dico: prendiamo la metà, facciamo un fondo e comincia a misurare la mia capacità di fare innovazione; devi misurare a quante aziende io sto partecipando, che magari hanno una coerenza magari non col mio stretto mondo industriale, ma potrebbe essere un mondo più ampio.