Ma sul discorso di lavorare insieme, guarda, credo che in EIM è uno dei nostri cavalli di battaglia, nel senso che noi sono, già dal libro in poi ma anche prima, abbiamo sempre sposato il concetto che dobbiamo smetterla di pensare ad una value chain come un filo dove tutti stanno in fila, fornitore, cliente e cliente del cliente e così via. Cioè, oggi devi ragionare in un’ottica di rete, punto. La rete include i tuoi concorrenti, quelli che fanno il prodotto come te, i tuoi fornitori, i tuoi clienti. Abbiamo parlato prima della partnership, altro elemento fondamentale, cioè lavorare con i fornitori in termini di partnership, lavorare con i clienti in termini di partnership, come diceva Leonardo prima, magari pensando a un prodotto che arriva fra quattro-cinque anni sul mercato. Quindi questo è un cambio di mentalità proprio dell’industria italiana ed europea, credo difficilissimo. Francamente facciamo molta difficoltà a passarlo ai nostri clienti e alle persone con cui lavoriamo, però credo che sia fondamentale perché allora si riesce a fare sistema, si riesce a mettere insieme le competenze. A me viene sempre in mente il caso, adesso non citerò i nomi di un distretto in Toscana dove ci sono quattro cartiere di proprietà di quattro famiglie che sono vent’anni che si fanno la guerra. Io ho sempre detto: “”Prima o poi voi morirete tutti perché non riuscite a fare insieme una cartiera concorrenziale e competitiva sul mercato mondiale””. Mi fermo qua.
Quindi questo è un tema assolutamente fondamentale. Credo che alcune industry siano più avanti, di nuovo penso all’abbigliamento. Credo anche che per quello che abbiamo capito oggi, la politica economica che supporta questo tipo di scelte non è proprio il nostro punto di forza, né in Italia né in Europa. Quindi, ci sarà qualcosa, ma forse non sarà così importante e così di supporto. Quindi, forse il tema dei distretti industriali, che diceva prima Paolo, potrebbe essere un tema interessante, ed è sicuramente da sviluppare. Però bisogna uscire un po’ da quest’ottica del faccio la guerra al mio vicino di casa o anche al tedesco e ragionare con una dimensione un pochino diversa.