è cambiato completamente il modo di sviluppare le collezioni. Innanzitutto si va presso i fornitori, si è sviluppato questo ruolo che sono i product developer che vanno presso i fornitori e con i fornitori sviluppano le collezioni per essere più veloci. Il fornitore non è più il fornitore che ha semplicemente uno sample room e la fabbrica, ma è un fornitore che ha un ufficio stile, un ufficio ricerca e sviluppo sui materiali, un fornitore molto flessibile anche in termini di volumi perché comunque compri meno, compri più spesso. È un fornitore che ovviamente costa di più perché tu deleghi al fornitore dei costi di struttura, hai meno modelleria interna. Insomma è tutta una serie– E anche sulla digitalizzazione, in quel momento senza digitalizzazione non si sarebbe andati da nessuna parte.
Per esempio tante aziende hanno comprato questo software, che è super famoso, si chiama PLM che sta per Product Lifecycle Management, che è un software che fa sì che i fornitori, chi vuole attaccare i fornitori perché non tutti li hanno connessi, comunque anche i team globali di tutto il mondo hanno visione in tempo reale dello sviluppo della collezione. Quindi diciamo che c’è questa rivoluzione. Il fornitore diventa molto più strategico. Quindi quando si fa una vendor rating, oltre al costo che non è più costo a quel punto, è margine, cioè si comincia a valutare la marginalità che quel fornitore nel totale, con i suoi articoli, apporta all’azienda. Perché ovviamente il fatto di poter decidere sei mesi dopo che cosa ordinare ti dà una visione anzitutto delle sfilate, delle tendenze, ti dà sei mesi in più per poter chiarire e andare molto sharp sugli ordini, ed è provato che ovviamente la merce va molto meno in saldo e viene venduta molto di più a prezzo pieno.
Si comincia veramente a fidelizzare i fornitori, si aggiunge la flessibilità, si aggiunge il servizio. Il servizio ha una parte importante del KPI, fondamentale.