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Internazionalizzazione:
il segreto per crescere?

AFFIANCARE ALLA STRATEGIA LA CAPACITÀ DI COMUNICARE

Lo abbiamo già detto: parlare di processi di internazionalizzazione delle imprese, è parlare di strategia (rileggi l’articolo “i requisiti minimi per avviare un processo di export management”).

Una strategia di espansione internazionale deve però essere sostenuta da una caratteristica di dinamicità che non può che essere intrinseca all’azienda; essa deve dimostrare apertura mentale alle esigenze dei nuovi clienti, capacità di accogliere nuove richieste, cultura del cambiamento e accettazione di punti di vista diversi per comprendere che ci può essere un nuovo modo di fare le cose.

Quindi è fondamentale che, nel progetto di internazionalizzazione, si aggiungano nuove persone e nuove competenze, spesso distanti dal mondo già codificato in cui l’azienda è cresciuta; che ci sia integrazione e comunicazione con i nuovi interlocutori e che esista un processo di cross-fertilization che permetta a tutti i componenti aziendali di arricchirsi, aprendosi al nuovo e a ciò che, a prima vista, non viene compreso.

Ecco perché, man mano che si procede nel percorso di creazione di una struttura internazionale, si creano organizzazioni in luoghi geografici distanti, si aprono filiali, si allacciano contatti con nuovi distributori, si servono clienti in parti remote del globo; il tema della comunicazione diventa di conseguenza fondamentale, per permettere l’allineamento di tutti gli attori, lo scambio di informazioni e l’arricchimento, in definitiva, dell’organizzazione stessa.

Strategie di internazionalizzazione per le aziende:
comunicazione al primo posto

La comunicazione è necessaria anche per capire in dettaglio le differenze culturali nella gestione dei processi in nazioni e continenti diversi: ad esempio, se parliamo di processo di sviluppo prodotto negli USA intendiamo il processo che parte dall’idea fino allo sviluppo del prototipo. Manca totalmente invece, come è tipico in Europa, la fase successiva, che porta fino alla completa industrializzazione del prodotto. Questo perché ormai da trent’anni gli americani sono abituati all’outsourcing della produzione, per cui i passi successivi dello sviluppo vengono eseguiti dal partner straniero (spesso in Asia), fino alla partenza della produzione effettiva. Non avere chiare queste differenze su concetti di base e internazionalizzare senza comunicare in modo puntuale ed esaustivo, rischia in alcuni casi di creare grosse incomprensioni nelle relazioni interculturali, affondando da subito una potenziale collaborazione.

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